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Milano signora della cultura italiana

Sull'onda dell'Expo Milano domina le classifiche del Rapporto 2016 di Fondazione Symbola, sia per ricchezza generata sia per numero di occupati. Guardando alle Regioni spicca il Lazio (prima in classifica con l'8,9%), Lombardia (7,5%) e Piemonte (7,1%). Se si guarda invece la crescita, nel periodo 2011-2015, è la Valle d'Aosta a fare meglio (+0,89 punti percentuali) seguita da Marche ed Emilia Romagna, Toscana e il Trentino Alto Adige. Nel complesso, a farla da padrone è dunque ancora il centro, dove cultura e creatività producono il 7,5% del valore aggiunto totale dell'economia locale. Seguono il Nord-Ovest (7,1%) e il Nord-Est (5,8).

E' Milano la signora della cultura italiana, prima città del Paese sia per il valore aggiunto generato sia per il numero degli occupati legati alle sue industrie culturali e creative (rispettivamente il 10,4% e 10,5% del totale dell'economia provinciale). A raccontarlo è il Rapporto 2016 Io sono cultura - l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, presentato il 23 giugno da Fondazione Symbola e Unioncamere, che disegna una geografia della cultura del paese nell'ultimo anno ancora fortemente a due velocità, con il Sud ancora assente da ogni conteggio.

Se Milano sull'onda dell'Expo domina le classifiche, sia per ricchezza generata sia per numero di occupati, nella top ten delle province più virtuose in quanto a valore aggiunto prodotto dal settore cultura e creatività. Roma è seconda (10%,) seguita da Torino (9,1%), Siena (8,5%) e Arezzo (7,8%). Solo sesta Firenze (7,5%,) mentre chiudono Modena e Ancona (entrambe al 7,2%), Bologna e Trieste (7,1% e 6,7%).

Dal punto di vista dell'occupazione la classifica cambia con Arezzo seconda, grazie soprattutto al settore dell'oro (9%), e poi Roma (8,8%), Torino (8,5%), Firenze (8%), Modena (7,7%), Bologna (7,6%), Monza-Brianza e Trieste (entrambe al 7,5%) e Aosta (7,3%).

Guardando alle Regioni, sul podio per incidenza del valore aggiunto spicca il  Lazio (prima in classifica con l'8,9%), Lombardia (7,5%) e Piemonte (7,1%); quarta la Valle d'Aosta (6,6%) e quinte le Marche (6,2%). Seguono Emilia Romagna e Toscana (entrambe al 6%), Friuli Venezia Giulia (5,7%), Veneto e Trentino Alto Adige (entrambe 5,6%). Per l'occupazione, si conferma ancora primo il Lazio, seguito da Lombardia e Valle d'Aosta (rispettivamente 7,8%, il 7,6% e il 7,3%). Quindi Piemonte (7%), Emilia Romagna e Marche (6,6%), Trentino Alto Adige (6,5%), Veneto, Toscana e Friuli Venezia Giulia (tutte al 6,3%).

Ma la classifica cambia se si guarda invece la crescita. Nel periodo 2011-2015, è la Valle d'Aosta a fare meglio di tutti rispetto all'incidenza del valore aggiunto del settore (+0,89 punti percentuali) seguita da Marche (+0,45) ed Emilia Romagna (+0,39), quindi la Toscana (+0,39) e il Trentino Alto Adige (+0,31). Ed è ancora la Valle d'Aosta quella in cui è cresciuto di più il numero degli occupati della cultura (0,96), con Trentino Alto Adige (0,44), Emilia Romagna (0,43), per la prima volta una regione del Sud con la Puglia (0,31) e la Lombardia (0,28).    

Nel complesso, a farla da padrone è dunque ancora il centro, dove cultura e creatività producono il 7,5% del valore aggiunto totale dell'economia locale. Segue da vicino il Nord-Ovest (7,1%) e poi il Nord-Est (5,8%) con il Mezzogiorno ad appena il 4,3%. Dinamica simile, ma con i primi due posti invertiti, per l'incidenza dell'occupazione creata dalla cultura sul totale dell'economia.

 

Per il rapporto 2016 Io sono cultura: link

 

 

23/06/16
Categoria: Area media

Tipologia: Scenario nazionale

 
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